- Si utilizzano diversi nodi perché ognuno dà il meglio in un uso specifico.
- Ogni nodo diminuisce la resistenza di una corda (carico residuale).
- I nodi possono essere realizzati da capo e da doppino.
- Devono essere semplici da realizzare.
- Devono essere facili da sciogliere dopo aver subito tensioni importanti.
- Devono essere stabili quando vengono caricati.
Abituarsi ad utilizzare correttamente la seguente terminologia dei nodi:
capo morto: estremità o tratto di corda che non entra mai in carico
doppino: arco di corda con due rami paralleli; consente di eseguire nodi senza utilizzare le estremità della corda
volta: arco di corda con i rami che si sovrappongono
gassa: doppino chiuso da un nodo
asola di bloccaggio (nodo ganciato): nodo di arresto che si scioglie tirando l’estremità non in carico
- Durante la realizzazione non si devono accavallare le spire: la geometria del nodo deve essere rispettata ed il nodo deve essere facilmente riconoscibile anche da lontano.
- Prima di metterlo in carico, verificare che il nodo sia stato pre-tensionato.
- Il capo corda uscente dal nodo deve essere lungo almeno 20 cm dopo che lo si è pre-tensionato a mano (nel caso di nodo galleggiante almeno 40 cm).
- Costruire il bloccanodi sui nodi che lo richiedono.
- Capo morto troppo corto.
- Il nodo non viene pre-tensionato.
- Nodo confezionato in maniera disordinata.
I nodi per il soccorso si suddividono in quattro grandi famiglie:
- vincolo
- giunzione
- scorrevoli
- autobloccanti
Bisogna adottare la terminologia corretta per ogni nodo: es. “guide con frizione” piuttosto che “savoia”, etc.
- Individuare subito il campo d’impiego dei nodi.
- Nodi di vincolo: sono quelli che vincolano stabilmente una corda; indispensabili per attaccare la barella e per gli attacchi in generale.
- Nodi di giunzione: si utilizzano per chiudere spezzoni e per giuntare due corde tra loro.
- Nodi scorrevoli: si utilizzano come freni e/o assicuratori.
- Nodi autobloccanti: si utilizzano per sicure autobloccanti su corda ed in emergenza.
- Individuare uno stesso nodo con nomi diversi.
Barcaiolo
- Impiega pochissima corda.
- Semplice e veloce da realizzare.
- Si regola facilmente prima di entrare in carico.
- Basso carico residuale.
- Poco stabile su ancoraggi di grosso diametro, soprattutto se il carico è sottoposto a movimenti pendolari. In questo caso necessita di un bloccanodi.
- Se costruito su ancoraggi di piccolo diametro (anelli, moschettoni) è difficile da sciogliere dopo forti trazioni.
- Dimenticarsi di realizzare un bloccanodi.
Guide con frizione
- Estremamente stabile, facile da eseguire e facilmente riconoscibile.
- Ha un buon carico residuale.
- Ottimo per vincolare le corde di servizio (frazionamenti, attacchi).
- Buono come nodo di giunzione con gassa di sicurezza.
- È estremamente instabile se usato come nodo di giunzione con le corde che tendono ad aprire il nodo.
- Richiede tempo per essere sciolto dopo aver subito forti trazioni.
- Non si regola rapidamente
- Accavallare le spire: è più difficile da sciogliere.
- Utilizzarlo per vincolare la corda ad un grosso ancoraggio es. albero o grosso masso: si perde tempo nella regolazione.
- Estremamente stabile, facile da eseguire e facilmente riconoscibile.
- Ha un buon carico residuale.
- Ottimo per vincolare le corde di servizio su attacchi doppi molto vicini.
- Richiede tempo per essere sciolto dopo aver subito forti trazioni.
- Non si regola facilmente se si deve allungare o accorciare.
- Impiega molta corda nella costruzione.
- Accavallare le spire: è più difficile da sciogliere.
- Utilizzarlo per vincolare la corda ad ancoraggi distanti; impiega molta corda ed è difficile da regolare.
- Costruirlo inseguito sul capocorda richiede molto tempo per la costruzione.
- può essere costruito con uno spezzone inseguito per collegare due ancoraggi.
- Si esegue facilmente inseguito.
- Si scioglie facilmente dopo aver subito forti trazioni.
- Ha un buon carico residuale.
- Buono per vincolare le corde di servizio.
- Ottimo nel caso di armi naturali di grande diametro (alberi o colonne).
- Non è molto stabile e richiede un bloccanodo o la chiusura tipo Yosemite.
- Non è di apprendimento immediato.
- Non si può utilizzare la gassa per allongiarsi o per appendere altri carichi.
- Dimenticare il bloccanodi.
- Estremamente stabile e facilmente riconoscibile.
- Ha un buon carico residuale.
- Buono per vincolare le corde di servizio senza utilizzare moschettoni.
- È necessario riprendere entrambe le gasse con un moschettone o chiuderlo con un bloccanodo.
- Non è di apprendimento immediato.
- Dimenticare il bloccanodi.
Bolina doppio
- Stabile e facilmente riconoscibile.
- Ha un buon carico residuale.
- Buono per vincolare le corde di servizio.
- Non necessita di bloccanodi.
- È il “doppio” che usa meno corda.
- Facilmente regolabile.
- Si scioglie facilmente dopo aver subito forti trazioni.
- Ideale per il collegamento delle corde alla barella perché può essere realizzato con gasse estremamente corte.
- Può essere realizzato anche infilato in un anello (prima di avvitarlo al chiodo).
- Non è di apprendimento immediato.
- Non si può utilizzare la gassa per allongiarsi o per appendere altri carichi.
- Allongiarsi ad una sola gassa: potrebbe scorrere e far sciogliere il nodo.
Gandalf
- Consente un efficiente collegamento in serie tra due ancoraggi.
- Si scioglie facilmente anche dopo aver subito forti trazioni.
- Facilmente regolabile.
- Può essere eseguito anche su un guide con frizione doppio e può essere pretensionato.
- Chiudere con bocca di lupo invece che con barcaiolo.
- Lasciare il capo morto troppo corto.
- Se eseguito sul guide con frizione doppio realizzare il barcaiolo avvolgendo entrambe le gasse.
Nodo | Stabilità | Facilità di scioglimento | Regolazione | Apprendimento | Bloccanodi | Uso specifico |
---|---|---|---|---|---|---|
Barcaiolo | ** | ** | *** | *** | si | armo |
Guide c. frizione | *** | ** | ** | *** | no | armo |
Guide c. frizione doppio | *** | ** | * | ** | no | armo |
Bolina | ** | *** | *** | ** | si | ancoraggi naturali |
Bolina doppio | *** | *** | ** | ** | no | collegamento barella |
Bolina nel doppino | *** | *** | ** | * | no | tensionamento teleferica |
Gandalf | *** | ** | *** | ** | no | attacchi |
Galleggiante
- Semplice da eseguire.
- “Galleggia” sulla superficie della roccia limitando il rischio di incastro del nodo.
- Si scioglie piuttosto bene anche dopo aver subito forti trazioni.
- Utilizzabile per isolare un tratto di corda lesionato o come nodo di accorciamento.
- Nel caso di cordini di piccolo diametro in kevlar o dyneema realizzare un contronodo sui capi morti o sostituire il nodo galleggiante con un nodo cappuccino. Vedere la realizzazione corretta del nodo cappuccino nella scheda “Cordini iperstatici“.
- Il nodo non è molto stabile e quindi tutti i rami di corda uscenti dal nodo devono essere accuratamente pre-tensionati singolarmente.
- Al termine del pre-tensionamento i capi morti uscenti dal nodo devono essere lunghi almeno 40 cm.
- Utilizzare solo per giuntare corde di pari diametro.
- Capi morti troppo corti.
- Dimenticare di pre-tensionare tutti i quattro rami.
Guide con frizione inseguito
- Garantisce un buon carico residuale.
- È molto stabile.
- Si scioglie discretamente bene anche dopo aver subito forti trazioni.
- Facilmente riconoscibile.
- Si può utilizzare anche per giuntare corde di diametro leggermente differente.
- Al termine del pre-tensionamento i capi morti uscenti dal nodo devono essere lunghi almeno 20 cm.
- Evitare di accavallare le spire altrimenti si scioglie male.
- Non utilizzare per giuntare cordini di kevlar o dyneema.
- Dimenticare di pre-tensionarlo.
Mezzo barcaiolo (MB)
- Serve per frenare carichi in calata (discensore) e per assicurare carichi in movimento (assicuratore).
- Il nodo va costruito partendo da una volta con il capo morto sopra il tratto di corda in carico (fig. 1).
- Il nodo ha una posizione di calata ed una di recupero.
- È insostituibile in molte manovre.
- Per bloccarlo è necessario eseguire una chiave di bloccaggio.
- Nella fase di calata: durante lo scorrimento l’eventuale contatto della corda con la ghiera deve tendere a chiudere quest’ultima.
- La ghiera deve essere chiusa.
- Il moschettone deve essere del tipo HMS con ghiera.
- In fase di calata “dare“ corda accompagnandola con entrambe le mani e parallelamente alla corda in carico, evitando di farla scorrere tra le mani.
- Il moschettone su cui è costruito il MB non deve schiacciare la corda a monte sulla roccia.
- Utilizzare MB solo per brevi calate (massimo 5 mt).
- Nell’utilizzo come nodo assicuratore, in caso di caduta, l’arresto del carico deve avvenire il più possibile in modo dinamico evitando di trattenere lo strappo iniziale.
- Costruire il nodo con la corda a monte e a valle intrecciate.
- Frenare il carico lasciando scorrere la corda tra le mani (forte torsione).
- La corda trattenuta entra a 90° rispetto a quella in carico (forte torsione).
- Utilizzare un moschettone di forma inadeguata (parallelo o trapezoidale).
- Posizionare la corda di manovra in modo che il nodo sia scomodo da controllare per l’operatore.
Mezzo barcaiolo rinforzato (MBR)
- Forza frenante nettamente superiore a MB.
- In fase di realizzazione costruire sempre una volta ed infilarla nel moschettone, poi riprendere la corda a valle con un giro supplementare attorno al moschettone; infine completare il nodo ripassando nel moschettone la corda a monte.
- Il notevole attrito prodotto evita all’asola di bloccaggio di entrare in forte tensione, facilitando le operazioni di svincolo anche in presenza di grossi carichi: ha un utilizzo specifico come nodo svincolabile alle estremità della portante di teleferica.
- Non adatto come assicuratore: la corda si recupera male e non si riesce a dissipare l’eventuale caduta.
- Durante lo scorrimento, in fase di calata, l’eventuale contatto della corda con la ghiera deve tendere a chiudere quest’ultima.
- La ghiera deve essere chiusa.
- Il moschettone deve essere del tipo HMS con ghiera.
- In fase di calata “dare“ corda trattenendola con entrambe le mani e parallelamente alla corda in carico e non facendola solamente scorrere tra le mani.
- Il moschettone su cui è costruito MBR non deve schiacciare la corda a monte sulla roccia.
- Costruire il nodo con la corda a monte e a valle intrecciate.
- Frenare il carico lasciando scorrere la corda tra le mani (forte torsione).
- La corda trattenuta entra a 90° rispetto a quella in carico (forte torsione).
- Utilizzare un moschettone di forma inadeguata (parallelo o trapezoidale).
Chiave di boccaggio alpina
- La chiave è composta da asola e controasola.
- Consente di bloccare stabilmente un nodo scorrevole.
- L’asola si può eseguire anche con la corda sotto forte tensione.
- Insistere nel rispetto della procedura standard di esecuzione (pollice verso il basso e trazione finale verso l’alto): limita le possibilità di errore e di malfunzionamenti.
- L’asola va costruita il più possibile vicino al moschettone per limitare lo scorrimento quando entra in tensione.
- In fase di sblocco contrastare la tendenza dell’asola a ritorcersi. Per questo motivo è bene limitare la sua lunghezza.
- Fare l’asola con il nodo in posizione di recupero.
- Fare la controasola con mezzo giro attorno alla corda anziché un giro completo e con l’asola che esce verso il nodo anziché verso i rami di corda.
Chiave di boccaggio speleo
- La chiave è composta da asola e controasola.
- Consente di bloccare stabilmente un nodo scorrevole.
- Rispetto alla chiave alpina, quella speleo consente di limitare lo scorrimento in fase di carico.
- Difficile da eseguire sotto forte tensione e comunque è forte il rischio per le dita.
- Lo sblocco sotto forti tensioni è problematico: la chiave è troppo in carico.
- In fase di sblocco contrastare la tendenza dell’asola a ritorcersi. Per questo motivo è bene limitare la sua lunghezza.
- Fare l’asola con il nodo in posizione di recupero.
- Fare la controasola con mezzo giro attorno alla corda anziché un giro completo.
- Utilizzare la chiave speleo con corda in carico.
Machard bidirezionale
- Il cordino deve essere ad alta resistenza (kevlar).
- Il nodo funziona bene quando il diametro del cordino è poco più della metà del diametro della corda (5–6 mm).
- Il numero minimo di avvolgimenti è 5.
- Per sbloccare si deve trazionare il corpo del nodo dalla testa.
- Ottimo per autoassicurazione.
- Per funzionare bene deve essere pre-tensionato a mano sulla corda.
- Corde infangate e/o bagnate richiedono di norma un numero supplementare di avvolgimenti.
- Il nodo di giunzione del cordino non deve mai toccare il corpo del NAB per il rischio di malfunzionamenti.
- Il corpo del NAB non dovrà mai bloccarsi su un’asperità della roccia, in caso contrario il nodo non entra in funzione.
- Non utilizzare dyneema.
- Non verificare la tenuta del NAB prima di utilizzarlo.
Treccia
- Il cordino deve essere ad alta resistenza (kevlar).
- L’unico nodo autobloccante utilizzabile anche con fettuccia.
- Si può costruire a partire da un anello o da uno spezzone singolo.
- Il nodo funziona bene quando il diametro del cordino è poco più della metà del diametro della corda (5–6 mm).
- Il numero minimo di incroci è 5.
- In testa al nodo conviene lasciare 3 o 4 avvolgimenti di cordino per agevolare lo sblocco.
- Per sbloccare si deve trazionare il corpo del nodo nel punto superiore.
- Ottimo in sistemi di recupero con mezzi improvvisati e in manovre di emergenza.
- Per funzionare bene deve essere pre-tensionato a mano sulla corda.
- Corde infangate e/o bagnate richiedono di norma un numero supplementare di incroci.
- Il nodo di giunzione del cordino non deve mai toccare il corpo del NAB per il rischio di malfunzionamenti.
- Il corpo del NAB non dovrà mai bloccarsi su un’asperità della roccia, in caso contrario il nodo non entra in funzione.
- Costruire il nodo incrociando i rami in maniera non ordinata.
- Numero insufficiente di incroci.