Introduzione
Gli interventi di soccorso in grotta non sono fortunatamente molto frequenti ma, quando capitano, le relative operazioni si protraggono quasi sempre a lungo e con una complessità tale da dover coinvolgere necessariamente tecnici provenienti da varie parti d’Italia. Da questa considerazione nacque molti anni fa la necessità di uniformare su tutto il territorio nazionale le tecniche e la preparazione dei membri della nostra organizzazione, uniformità che tutt’ora è il vero punto di forza del Soccorso Speleologico italiano.
Già negli anni ottanta venivano organizzati degli incontri nazionali, dove i volontari più esperti provenienti dai vari “Gruppi Speleologici del CNSA” (come si chiamavano all’epoca), illustravano le innovazioni e le soluzioni adottate nelle loro realtà territoriali. Fu quindi costituita la Commissione Tecnica Speleologica (preceduta in verità dal Gruppo di Lavoro sulle Tecniche di Soccorso Speleologico – GLATSS) con il compito di raccogliere le varie esperienze e realizzare una pubblicazione che potesse essere di riferimento per tutto il soccorso speleo. Nacquero così negli anni novanta i “Quaderni di Speleosoccorso” che riunirono in una pubblicazione a fascicoli il risultato di questo lavoro.
Non esisteva la Scuola Nazionale ed era la stessa Commissione Tecnica che aveva il compito sia di studiare tecniche e materiali sia di insegnare nei corsi nazionali. I corsi erano rivolti inizialmente ai capisquadra ma furono ben presto allargati ai “tecnici più esperti” con l’intento di far crescere uniformemente e “a cascata” l’intera struttura nazionale. Dopo un lungo lavoro, nel 2002 la commissione pubblicò il manuale “Tecniche di soccorso in grotta” che costituì un importante punto di riferimento comune e contribuì notevolmente alla diffusione uniforme delle tecniche sull’intero territorio nazionale, accelerando l’applicazione del Piano Formativo in tutta Italia.
La nascita della scuola
Ben presto ci si rese conto però che affidare ad un unico organo sia la sperimentazione delle tecniche sia il loro insegnamento era un compito troppo gravoso; da qui il passo per la costituzione della Scuola Nazionale fu breve e molti degli estensori del manuale, che si erano occupati, sin dal 1995, di formazione a livello nazionale, confluirono nel 2004 nella neonata Scuola Nazionale Tecnici del Soccorso Speleologico.
Da subito ci si pose l’obiettivo di lavorare all’uniformità didattica degli istruttori nazionali e nacque l’esigenza di avere a disposizione strumenti che consentissero di comunicare soprattutto “l’arte di spiegare” più che la tecnica in sé. I numerosi corsi di aggiornamento interni garantivano sì la standardizzazione ma non risolvevano il problema di come trasferire conoscenze e competenze didattiche anche ai futuri nuovi istruttori. I primi tentativi furono fatti registrando alcuni brevi filmati che, seppur efficaci, ponevano la questione della difficile aggiornabilità a fronte di un notevole sforzo realizzativo per le riprese e il montaggio.
Si decise quindi di optare per la stesura di alcune dispense che, usando gli stessi disegni e schemi del manuale, potessero essere di supporto ai docenti mettendo in risalto la sequenza di una spiegazione tipo, con evidenziati gli argomenti correlati, secondo uno schema logico orientato prevalentemente alla semplificazione delle metodologie didattiche. Nacquero così le “schede didattiche”, che furono successivamente arricchite con l’indicazione degli aspetti su cui porre l’accento durante la spiegazione (“Attenzione”) e degli errori commessi più frequentemente (“Errori tipici”).
L’evoluzione
La redazione delle schede fu portata avanti parallelamente all’intensa attività della Scuola Nazionale e dalle Scuole Regionali, con un processo continuo di verifica, calibrazione e aggiornamento, indotto dall’esperienza via via maturata sul campo durante lo svolgimento degli eventi previsti dal piano formativo. Le schede sono state fino ad oggi un punto di riferimento per tutti i formatori, nazionali e regionali, del Soccorso Speleologico e le icone realizzate da Ruben Luzzana per le specifiche sezioni sono diventate una simpatica consuetudine.
Le schede, nell’intenzione della SNaTSS, sarebbero dovute confluire in un manuale didattico concepito come compendio al manuale di tecniche, pensato come strumento a disposizione degli istruttori nazionali e regionali, ma il complesso e lungo lavoro di semplificazione e standardizzazione ha comportato nel tempo la necessità di apportare alcune modifiche alle tecniche descritte nel precedente manuale.
Le schede, più aggiornate rispetto al manuale, furono da un certo momento in poi consegnate come dispense anche agli allievi dei corsi: fu sufficiente cambiare il sottotitolo delle sezioni “Spiega”, destinate agli istruttori, in “Spiegazione”, rivolta ai tecnici. Divenne così naturale col tempo, considerarle come nuovo riferimento per le tecniche in uso.
Inevitabilmente infine si arrivò alla riscrittura completa del manuale di tecniche. Furono aggiornati alcuni contenuti, aggiunti nuovi argomenti e rivista l’impostazione generale, mantenendo però l’originario impianto delle schede, fortemente orientato alla didattica.
Adesso la Scuola Nazionale intende avvalersi delle moderne tecniche di diffusione per raggiungere tutti i tecnici di soccorso speleologico con aggiornamenti immediati e documentazione approfondita sulle evoluzioni dei sistemi di recupero. E’ questa la sfida che stiamo cercando di raccogliere con la pubblicazione di questo sito. Un posto dove il tecnico possa trovare quello di cui ha bisogno per approfondire la propria formazione compresa la possibilità di commentare e contribuire a quello che si sta costruendo.